Disciplina metropolitana nata a Parigi nei primi anni ‘80, il “Parkour” o arte dello spostamento, consiste nel superare con movimenti fluidi ed agili barriere e ostacoli; “ A day in the life” è una performance di 60 minuti ideata dalla compagnia dei “Prodigal Theatre” su questo nuovo stile fatto di salti, evoluzioni ginniche e capriole.
I quattro danzatori, impiegati in giacca e cravatta che affrontano i quotidiani ostacoli della vita, si divincolano all’interno di un’impalcatura di ferro con salti felini e atletiche sequenze al limite del circense, mostrando evoluzioni e figure rubate alla break-dance e alla capoeira. Nonostante l’evidente preparazione atletica dei performer, la coreografia risulta tuttavia ripetitiva e poco bilanciata; le sequenze slegate tra loro, gli assoli acrobatici e i passi di insieme sul filone del Popping infatti, non riescono a comunicare fino in fondo il senso ultimo del lavoro. Ne emerge una sensazione di incompiutezza e un’esibizione che risulta fine a se stessa se non accompagnata da una giusta mimica evocativa che invece risulta eccessiva e inappropriata. Lo stile Parkour emerge nella sua essenza risultando però ancora lontano dal possedere una propria capacità comunicativa efficace e, come tutte le discipline nate dalla fusione di vari stili, necessita di tempo ed esperienza per giungere a piena maturazione di sé. Di un mondo metropolitano caotico e opprimente, il Parkour riesce sicuramente a comunicare la meccanica ripetitività delle azioni quotidiane che ci rende quasi automi, sempre più somiglianti ad animali in gabbia. In scena al Teatro San Ferdinando dal 14 al 16 luglio alle 20.00, “A day in the life” sarà poi riproposto il 9 settembre e il 7 ottobre a Napoli.
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